L’organizzazione Sylla Caap è presente in Senegal dal 1978. Inizialmente l’attività si è concentrata in alcuni villaggi della Regione Casamance, nel sud del paese, principalmente a Koubanao e Diango, dove sono stati realizzati scuole, biblioteche ed ospedali, anche grazie alla capacità del Fondatore Dr Sylla di coinvolgere, ispirare e motivare vari soggetti partner.
All’inizio degli anni 2000 il Senegal avvia un programma di recupero dei terreni agricoli nella Regione di Saint Louis, area che ha subito un selvaggio disboscamento e la coltivazione intensiva di arachide per decenni, con la conseguente avanzata del deserto.
Ed ecco la visione: Afrika Mandela Ranch! Dove si vede solo sabbia e neanche una mosca ha ragione di volare, sorgerà un’oasi, un villaggio, la scuola, la vita! Il progetto presentato nel febbraio 2005 alla Comunità Rurale è stato approvato e nel 2006 è stata attribuita una concessione di 100 ettari. Da allora il lavoro è inarrestabile soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’acqua, il rimboschimento, l’agricoltura biologica.
“Ci sarà mai un giardino africano?”
Si domanda Kundara, ascoltando il mormorio delle onde, appartata in una radura d’erbe di fianco
all’oceano.
Chi è Kundara?
La figlia esule che torna alla Terra africana, la figura letteraria (Kundara /Abraham Sylla. Oristano:
E.P.d.O., 2015) a cui Abraham Sylla ha consegnato il compito della testimonianza, intrecciando la
sua storia personale alla storia tragica dell’Africa devastata dal colonialismo.
Chi è Abraham Sylla?
Colui che ha creduto a un sogno abbozzato di futuro, il riscatto per la gente africana. Colui che ha agito facendo verdeggiare il deserto, trivellando pozzi, trasformando strati di sabbia in fertili campi, piantando alberi, radunando persone intorno a un progetto di vita nel segno della pace, della collaborazione, del lavoro utile, della conoscenza, dei diritti umani.
Kundara, il suo nome africano davanti all’Oceano, davanti al Sahara, davanti alla città ocra e porpora di Saint Louis, l’antica capitale del Senegal, Ndaar, la meravigliosa…
Non lontano da quei luoghi, i luoghi mitici dell’infanzia di Abraham, c’è una pista, un cortile, una casa comune e una grande cucina, una scuola, una biblioteca, una sartoria, un ambulatorio. Ci sono campi coltivati, pozzi, pollai, armenti, alberi di ogni specie su cui sono tornati a cantare gli uccelli. Ci sono donne e uomini che vi lavorano, bambini che imparano a leggere e a coltivare l’orto, studenti del liceo in stage, apprendisti carpentieri che costruiranno tetti durevoli e protettivi di legno e typha.
Afrika Mandela Ranch, 100 ettari di terreno desertificato nel territorio di Rao, provincia di Saint Louis, Senegal, terreno che anticamente apparteneva alla famiglia di Abraham, acquistato dalla ONG Sylla Caap e trasformato in pochi anni- e con molto lavoro – in quella che è una Scuola-fattoria ecologica che coinvolge gli abitanti di diversi villaggi. Afrika Mandela Ranch, l’ultima di tante preziose imprese di sviluppo locale in collaborazione con le popolazioni residenti per favorire l’accesso alle cure, all’istruzione, alla formazione professionale, imprese a cui Abraham ha dedicato tutta la vita.
Afrika Mandela Ranch, la comunità di lavoro-apprendimento-produzione che può diventare un modello di valorizzazione delle risorse umane e ambientali nelle le zone rurali impoverite. Afrika Mandela Ranch, è questo il giardino africano di Kundara! Il suo felice ritorno alla Terra degli avi!
Chi è Abraham Sylla? L’amico, il medico speciale, insostituibile, il fondatore della Comunità Sylla Caap, il tramite di scambi fruttuosi fra l’Europa e l’Africa, Abraham, il piccolo nipote di Soxna Beye, la nonna a cui era stato affidato a 2 anni, alla morte del padre, l’ultimo dei suoi figli. L’amore di questa donna straordinaria che conosceva le erbe medicinali e curava con rimedi naturali, soprattutto le donne in gravidanza e i loro bambini, ha lasciato in lui un’impronta fortissima.
Abraham è cresciuto in un clima spirituale animista e, grazie alla nonna, ha vissuto l’Iniziazione. Soxna Beye e l’Iniziazione sono i fondamenti della personalità e del destino di Abraham Sylla. “Iniziazione è dare un contenuto al contenitore vita; è darle un senso, un ideale e una dignità.
L’iniziazione è una liberazione” (Soxna Beye). Con l’Iniziazione si conoscono i segreti mistici della foresta e le radici della propria cultura, si è benedetti dagli antenati, si impara l’autodisciplina e la tolleranza, si diventa membri consapevoli della comunità.
E’ un’esperienza dinamica che non si consuma mai e dà una direzione all’esistenza. Dalla sorgente della foresta sacra è scaturito l’ideale della vita di Abraham: il bene. Bene che si è concretizzato nell’aiuto e nella cura del prossimo, nell’impegno incessante per migliorare le condizioni della sua Africa.
La pratica medica è una conseguenza naturale di questa formazione primigenia. Abraham vi giunge dopo studi accademici di sociologia e diritto internazionale condotti in Francia. I fili della sua storia si ricongiungono in un villaggio di lebbrosi dove una bambina lo rimprovera e gli chiede di curarla, di curare la sua gente, di farsi voce e corpo dei suoi fratelli. Abraham raccontava questo episodio simbolico– fra il reale e il trasfigurato– come un momento cruciale di passaggio in cui lui ha iniziato consapevolmente a diventare quello che era, quello che aveva scelto di essere.
“Così decidi il tuo scopo e usa ogni giorno, ogni notte e ogni istante del giorno e della notte per raggiungerlo” (Soxna Beye).
Abraham è lo studente di medicina nella Pavia degli anni ‘80, poi il dottor Sylla, specializzato in pediatria, il divulgatore nei nostri reparti ostetrici del massaggio neonatale, la Daamp; è la manotaumaturga che manovra con perizia e delicatezza sottilissimi aghi d’oro, l’omeopata, l’antroposofo.
Prima o poi siamo stati tutti suoi pazienti, noi che siamo stati onorati dalla sua amicizia; abbiamo vissuto con stupore e sollievo gli effetti delle sue terapie, in particolare l’agopuntura, che Abraham utilizzava in modo profondo, olistico, scavando alla radice dei malesseri, per ricostituire un equilibrio psico-fisico andato perso. La capacità di ascoltare, di capire le situazioni da cui derivano le malattie, i dolori, viene prima della cura, è parte della cura.
Ecco, nella cura la vita di Abraham ha trovato significato. Cura delle persone, cura della natura, cura degli animali. Cura come espressione di rispetto per l’essere umano, per la Terra su cui viviamo. Cura opposta all’incuria nelle relazioni interpersonali e nel degrado dell’ambiente, cura versus l’indifferenza, la sopraffazione dei più deboli, l’ingiustizia sociale, il razzismo, la crudeltà di lasciar morire in mare esseri inermi.
Abraham, cittadino del mondo, poliglotta, fra francese, wolof, l’italiano. Itinerante fra la Svizzera, la Francia, l’Italia, l’Africa. Per raggiungere pazienti sparsi in luoghi diversi e lontani, per intrecciare rapporti con singoli e gruppi che portino le loro competenze e risorse importanti nei progetti per l’Africa attraverso l’Organizzazione Sylla Caap, creata su sua iniziativa, e che dal 1978 opera in Senegal, in stretta collaborazione con le popolazioni locali e nel rispetto delle loro richieste ed esigenze primarie, nel campo della sanità, dell’istruzione, dello sviluppo sostenibile. Abraham ha saputo conciliare con serietà e leggerezza la sua vita europea e la cultura, i costumi, le scelte e la spiritualità che sono proprie delle radici africane e della sua famiglia d’origine. Ha creato una comunità unita dall’amore e da un ideale: contribuire all’affermazione di una nuova umanità solidale e pacifica.
Ci sono grandi donne e grandi uomini che, pur favoriti dalle circostanze, lasciano andare il potere e sono “benefattori” nel senso migliore del termine, Abraham è stato uno di questi. Di famiglia nobile, ha preferito la nobiltà dell’aiuto e messo le sue capacità e risorse a disposizione degli altri. Non ha mai smesso di credere nella possibilità di un’Africa unita e libera di costruire il proprio futuro, di credere nell’umanità. La sua figura e la sua opera meritano di essere conosciute il più possibile per arginare con un racconto di coraggio e, sì, di felicità, questi tempi difficili e, per certi versi, spaventosi.
La questione africana è irrisolta e più intricata e incresciosa che mai, la memoria deve diventare responsabilità!
*Una bella intervista è stata realizzata da Ornella Ricchiuto dell’Associazione Liquilab. Il documentario “Abraham Sylla: storia di vita e di teranga, 2020. Il dvd è disponibile su richiesta.
Prefazione di Kyka Vidali al libro “Abramo l’Africano”Addio Lugano Bella Edizioni, Norbello, settembre 2023
Che ho sempre sentito dire ai miei padri:
« La maledizione della nostra Terra d’Africa, del nostro popolo africano è che voi uomini non avete nemmeno atteso il primo colpo di fucile degli invasori colonizzatori e altri schiavisti, e già avevate indossato pantaloni e cravatta, per essere conformi alla loro immagine, per ubbidire alle loro ingiunzioni, per prosternarvi davanti a loro, con un frastuono di «Bouhana bouhana bouhana». Comandate dunque, o illustri padroni, e noi vi obbediremo a costo di perdere la nostra cultura, la nostra anima, la nostra dignità, a costo di perdere il nostro avvenire… Noi vi obbediremo, cari padroni!
Strana epoca…
E allora tutto si mise a vacillare. Solo noi donne abbiamo conservato sempre i nostri pagne. Che i miei Avi siano lodati… anche se tutti gli uomini non indosseranno altro che pantaloni e cravatte, ci saranno sempre delle Donne avvolte nel loro pagne, come circondate dalla loro dignità negro-africana salvatrice della loro civiltà, salvatrice di ciò che resta della dignità umana »